Home » Articles posted by deboradinardoscuola

Author Archives: deboradinardoscuola

MOMENTI DI CONDIVISIONE.

Riteniamo sia fondamentale informare, continuamente, sia le famiglie che i docenti, sui progetti attuali e, soprattutto, futuri!

“Il rispetto nasce dalla conoscenza e la conoscenza richiede impegno, investimento e sforzo” (T.Terzani)

             

         

                                                  

 

 

TECNOLOGIA INTEGRATA ( Meeting in Turchia dal 13 al 19 maggio 2019)

 

Tra le varie metodologie sperimentate nel corso dei due anni la tecnologia integrata risulta la più attuale da adottare, in quanto, i bambini di oggi utilizzano il nuovo “linguaggio” tecnologico spesso in modo passivo. Un’educazione programmata e specifica per l’uso appropriato del linguaggio stesso e la conoscenza dei meccanismi che lo regolano possono promuovere l’utilizzo appropriato.

Riportiamo qui di seguito diverse modalità di approccio tecnologico integrato:

1) Approccio agli strumenti: nell’approccio basato sugli strumenti, gli studenti applicano la tecnologia ad un’attività specifica. In questo modo la tecnologia viene utilizzata come strumento che viene selezionata per elaborare un’attività. Ad esempio si può utilizzare lo strumento di Internet per effettuare una ricerca sulla cultura indiana antica. Gli studenti navigano su Internet, selezionano le informazioni e le immagini pertinenti e utilizzano questi dati per scrivere un articolo su tale argomento.

2) Ruolo attivo degli studenti: gli studenti usano la tecnologia per elaborare le informazioni, in termini di ricerca, scavare da diverse fonti, raccogliere dati, analizzare e interpretare i dati, compilarli e rappresentarli. In questo modo essi ampliano la propria conoscenza e nel processo di apprendimento selezionano e scelgono anche la tecnologia più appropriata.

3) Ruolo facilitatore degli insegnanti: l’apprendimento incentrato sullo studente è possibile solo quando gli insegnanti spostano il proprio ruolo da quello di dispensatore di conoscenza a quello di facilitatore dell’apprendimento. Soprattutto nel XXI secolo, in cui le informazioni vengono recuperate con un clic su una tastiera, il ruolo degli insegnanti è ridondante come dispensatore di conoscenza ed è diventato più importante di quello di un facilitatore per aiutare a elaborare e applicare le conoscenze nella vita reale.

4) Attività e valutazioni autentiche: le attività autentiche sono pratiche ordinarie di una cultura. Ad esempio, gli studenti registrano la loro altezza e il loro peso in un foglio Excel e tracciano la propria crescita. Questo può diventare un’autentica valutazione per l’insegnante per valutare la comprensione da parte degli studenti della misurazione, i concetti di altezza e peso, l’auto-consapevolezza del corpo e l’abilità tecnologica per utilizzare il foglio excel.

Un altro approccio all’utilizzo della tecnologia in classe è l’approccio popolare o indirizzato al computer, chiamato Computer assisted o computer based instruction. L’approccio basato sul computer prevede che il contenuto e il design da proporre agli studenti siano già pronti e preparati e pertanto non è possibile adattarli ad esigenze specifiche tramite impostazioni personalizzate. Il processo di apprendimento è già programmato e lo studente risponde o interagisce con le applicazioni. Nell’approccio tecnologico integrato, invece, l’insegnante studia, progetta e adatta  la tecnologia in base alle esigenze degli studenti in classe. La tecnologia non necessariamente computer, è integrata dal design nel programma didattico e nella pedagogia. Lo studente seleziona e applica una varietà di tecnologie che meglio si adattano al compito e al processo di apprendimento. Pertanto, la tecnologia è più funzionale al processo di apprendimento e gli studenti facilitati dall’insegnante svolgono un ruolo attivo nel processo di apprendimento. L’approccio alla tecnologia integrata richiede un ambiente di apprendimento collaborativo, attentamente progettato e facilitato dall’insegnante. È consigliabile attuarlo in classe piuttosto che nei laboratori informatici.  Nell’apprendimento basato sul computer, l’insegnante svolge un ruolo minimo. L’insegnante seleziona il software e ne gestisce il funzionamento per gli studenti. Nell’approccio alla tecnologia integrata, invece,  l’insegnante svolge un ruolo attivo e facilitativo. Gli insegnanti progettano la lezione, integrano gli strumenti tecnologici e, a volte, persino creano un’applicazione e implementano la lezione.

Tecnologia integrata: sogno o realtà?

Purtroppo ad oggi l’approccio alla tecnologia integrata è ancora lontano dalla realtà. La peculiarità dell’approccio alla tecnologia integrata che trasforma il modo in cui insegnanti e studenti si impegnano e costruiscono insieme il loro apprendimento, è al momento poco utilizzata.  Tra i fattori che contribuiscono a questo scarso utilizzo, soprattutto nei contesti educativi svantaggiati risultano essere: l’ incapacità di comprendere e attuare la pedagogia costruttivista nel sistema educativo, l’attenzione opprimente sul valore economico della tecnologia di apprendimento per gli studenti e la mancanza di capacità e competenze specifiche da parte degli insegnanti. Gli insegnanti devono essere formati per comprendere la differenza tra l’approccio basato su computer e l’uso integrato della tecnologia ed essere in grado di utilizzare la tecnologia con un approccio incentrato sullo studente e avviare il processo di realizzazione di un cambiamento sistematico nel sistema educativo. classe nei loro corsi di formazione, gli insegnanti di conservatori erano collocati con insegnanti mentori che facilitavano l’insegnamento in classe con la tecnologia e il mantenimento insegnanti che sostengono l’uso della tecnologia nelle aule attraverso conferenze e pubblicazioni accademiche.

Sperimentazione del Metodo “TECNOLOGIA INTEGRATA”nella scuola dell’infanzia “Maria Vittoria”

Il team docente della scuola dell’infanzia “Maria Vittoria” ha deciso di avvalersi, oltre agli strumenti già utilizzati ( il PC, il video-proiettore, la stampante, il registratore, il microfono, la fotocamera…), del supporto della L.I.M. e, se avremmo la possibilità di acquistarli, dei piccoli ROBOT per svolgere diverse attività, tra cui il CODING.

Le ultime integrazioni delle Indicazioni  Nazionali per la scuola dell’infanzia italiana prevedono molteplici attività al riguardo poiché il nuovo linguaggio multimediale è ormai in uso corrente di tutti.

Inoltre si chiederà la collaborazione di esperti per poter costruire semplici App e strumenti di facile realizzazione adatti ai bambini di questa età (per esempio, giochi elettrici, semplici robot…)

Le aspettative del bambino al riguardo di questi strumenti didattici sono istintivamente positive poichè associano Ipad, telefoni, computer… a giochi spesso passivi e ad uso inappropriato e abusato.Quindi la naturale curiosità del bambino motiva l’utilizzo proposto dall’insegnante.

I docenti ritengono che questi strumenti possano essere un aiuto immediato per affascinare e creare motivazione degli alunni nel partecipare alle diverse attività e soprattutto per gli apprendimenti e per il raggiungimento dei traguardi di sviluppo.

Essi, infatti, sono un efficace supporto per risolvere problemi di attenzione, di ascolto, di assimilazione ed accomodamento dei saperi e delle esperienze.

            

         

MONTESSORI

METODO MONTESSORI

 

Il metodo Montessori è un sistema educativo scientifico, sviluppato da Maria Montessori (neuropsichiatra infantile, pedagogista, educatrice, medico e scienziata italiana), praticato in circa 20.000 scuole in tutto il mondo, al servizio dei bambini dalla nascita fino ai diciotto anni. La pedagogia montessoriana si basa sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino.

Nelle Case dei bambini vi sono angoli allestiti con vari tipi di materiali  dedicati alle diverse esperienze di riferimento:

  • vita pratica;
  • attività sensoriale;
  • matematica;
  • lingua;
  • scienze;
  • storia e geografia;
  • musica;

Grazie alla sua “mente assorbente”, il bambino interiorizza le impressioni e le sensazioni delle esperienze per classificarle ed organizzarle in percezioni. Si tratta cioè di una interazione tra l’esperienza del corpo e il lavoro della mente.

La sinergia con i genitori è essenziale e questo richiede una stretta collaborazione tra scuola e famiglia.

Maria Montessori rappresenta la rivoluzione sia del concetto dell’appendimento, sia dell’organizzazione degli ambienti scolastici strutturati. Ancora oggi le sue intuizioni teoriche costituiscono le basi per le didattiche innovative, ad esempio il Cooperative learning, il peer to peer, il tutoring per arrivare fino al coding. Alcune attività e sussidi sensoriali sono fondamentali per la didattica individualizzata/personalizzata per tutti ed in particolare per i BES.

 

dav
dav
sdr

ISTRUZIONE DIFFERENZIATA

Quattro modi per differenziare l’istruzione

 

L’istruzione differenziata è un modello che deriva dalla ricerca e dalla pratica in classe ed è progettata per guidare la pianificazione dell’insegnamento e dell’apprendimento. Sebbene sia utilizzata soprattutto nella preparazione dei programmi didattici per gli alunni diversamente abili, oggi è attuabile in molti contesti, per affrontare le sfide educative poste dalle nuove realtà multiculturali e per far fronte ai diversi stili di apprendimento degli alunni. Secondo Carol Ann Tomlinson, gli insegnanti possono differenziare l’istruzione in quattro modi: 1) contenuto, 2) processo, 3) prodotto 4) ambiente di apprendimento.

 

1.Contenuto:

Il contenuto di una lezione non è più standard. Spesso in classe ci sono studenti che potrebbero non avere completamente familiarità con i concetti della lezione, alcuni studenti potrebbero avere una padronanza parziale e altri avere già familiarità con il contenuto prima dell’inizio della lezione. Quello che l’insegnante potrà fare è differenziare il contenuto progettando attività per gruppi di studenti che coprono vari livelli di comportamento intellettuale che vanno dalle abilità di pensiero di ordine inferiore, alle abilità di pensiero di ordine superiore. I sei livelli sono: ricordare, capire, applicare, analizzare, valutare e creare.

 

  1. Processo:

Ogni studente ha uno stile di apprendimento preferito e, una differenziazione di successo include la consegna del materiale a ogni stile: visivo, uditivo, cinestetico e parlato. Questo metodo, correlato al processo, affronta anche il fatto che non tutti gli studenti richiedono la stessa quantità di supporto da parte dell’insegnante e, gli studenti potrebbero scegliere di lavorare in coppia, in piccoli gruppi o individualmente. E mentre alcuni studenti possono trarre beneficio dall’interazione uno-a-uno con l’insegnante della classe, altri possono essere in grado di progredire da soli. Gli insegnanti possono migliorare l’apprendimento degli studenti offrendo supporto in base alle esigenze individuali.

  1. Prodotto:

Il prodotto è ciò che lo studente crea alla fine della lezione per dimostrare la padronanza del contenuto. Questo può essere realizzato sotto forma di test, progetti, relazioni o altre attività.

  1. Ambiente di apprendimento:

L’ambiente di apprendimento coincide con: – l’organizzazione delle attività didattiche negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti comuni; – una equilibrata integrazione tra i momenti di relazione, di apprendimento e quelli di routine per favorire nuove esperienze e nuovi stimoli.

Differenziare l’istruzione aumenta le probabilità di successo formativo e l’insegnante ha il compito di valutare i tempi di apprendimento di ogni studente. Dividere la classe in gruppi di lavoro, sulla base delle diverse velocità di apprendimento degli alunni, influenza la qualità dell’istruzione. Differenziare l’insegnamento significa anche osservare e comprendere le differenze e le somiglianze tra gli studenti per pianificare il programma didattico in modo efficace. I principi fondanti dell’istruzione differenziata sono:

 

Valutazione continua e formativa: gli insegnanti valutano continuamene gli studenti in modo da identificare i loro punti di “forza” e di “debolezza” e aiutarli a portare avanti il loro percorso di crescita in maniera costruttiva.

Riconoscimento della diversità degli studenti: le valutazioni continue consentono agli insegnanti di preparare lezioni/attività differenziate che soddisfino le esigenze di ogni studente.

Lavoro di gruppo: gli studenti collaborano in coppie e in piccoli gruppi. L’apprendimento in gruppo consente agli studenti di impegnarsi, confrontarsi e imparare l’uno dall’altro.

Problem solving: chi sceglie questo tipo di metodologia didattica si concentra principalmente su concetti e questioni da risolvere piuttosto che sul “libro” o sul “capitolo” da spiegare. Tale approccio incoraggia gli studenti a sviluppare idee e acquisire i concetti chiave con più facilità.

Scelta: gli insegnanti offrono agli studenti la scelta. Negoziando possono affidare loro incarichi motivanti che soddisfino le diverse esigenze.

 

 

               

Reggio Emilia Approach

APPROACH “REGGIO EMILIA CHILDREN”

Il Reggio Emilia Approach è una filosofia educativa che si fonda sull’immagine di un bambino e, in generale, di un essere umano portatori di forti potenzialità di sviluppo e soggetti di diritti, che apprendono, crescono nella relazione con gli altri. Questo progetto educativo globale, che viene portato avanti nelle Scuole e nei Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia e al quale si ispirano scuole di tutto il mondo, si fonda su alcuni tratti distintivi: la partecipazione delle famiglie, il lavoro collegiale di tutto il personale, l’importanza dell’ambiente educativo, la presenza dell’atelier e della figura dell’atelierista, della cucina interna, il coordinamento pedagogico e didattico. Seguendo la centralità dei “cento linguaggi” di cui l’essere umano è dotato, tramite gli spazi atelier viene offerta quotidianamente ai bambini la possibilità di avere incontri con più materiali, più linguaggi, più punti di vista, di avere contemporaneamente attive le mani, il pensiero e le emozioni, valorizzando l’espressività e la creatività di ciascun bambino e dei bambini in gruppo.

Reggio Children gestisce una fitta rete di scambi culturali nazionali e internazionali che si concretizzano in attività su aree specifiche, tra loro in relazione. La ricerca, oltre ad essere un’attività fondante di Reggio Children, è l’approccio con cui si caratterizza ciascuna area di lavoro. Gran parte dei ritorni economici delle attività sono stati investiti in progetti di potenziamento di servizi all’ infanzia e di esperienze educative locali, nazionali e internazionali.

L’Atelier (…) ha prodotto un’irruzione eversiva, una complicazione e una strumentazione in più, capaci di fornire ricchezze di possibilità combinatorie e creative tra i linguaggi e le intelligenze non verbali dei bambini, difendendoci non solo dalle logorree (…) ma da quella pseudocultura della testa-container che (…) è il modello che dà al tempo stesso la maggiore impressione di progresso culturale e la maggior depressione dal punto di vista dell’aumento effettivo della conoscenza”.

Principali punti di forza:

L’atelier

Dalla fine degli anni ‘60 nelle scuole dell’infanzia del Comune di Reggio Emilia è stato inserito lo spazio dell’atelier e la figura dell’ atelierista, un “insegnante” con competenze di natura artistica. In questo modo i linguaggi espressivi e poetici sono diventati parte del processo attraverso il quale si struttura la conoscenza stessa. L’Atelier diviene quindi il luogo della ricerca, dell’invenzione, dell”empatia, che si esprime attraverso “100 linguaggi” e che espandendosi oltre l’età dell’infanzia comprende anche l’età adulta, fino all’ anzianità.

Gli atelier sono costruiti in partnership con altre competenze (architetti, pedagogisti, fisici, ingegneri, biologi, danzatori, musicisti, medici…).

Le mostre:

Le mostre, tradotte in diverse lingue, documentano i processi di apprendimento dei bambini e degli insegnanti e aspirano ad essere delle piazze di discussione, “piazze democratiche”, luoghi pubblici dove promuovere e discutere una nuova idea d’infanzia, di educazione e di conoscenza.

Reggio Children intreccia la progettazione di mostre e atelier con la propria produzione editoriale. Le mostre, che hanno contribuito alla diffusione e alla conoscenza del Reggio Emilia Approach in tutto il mondo, vogliono affermare il vitale diritto all’educazione e all’ apprendimento, riconoscere i “cento linguaggi” come straordinarie potenzialità del bambino, e più in generale dell’essere umano, e dichiarare un’idea di educazione partecipata. Tutto questo come tensione verso la costruzione di una nuova idea ed esperienza di cittadinanza.

ATELIER SCIENTIFICO

 

 

    • ANGOLO RELAX

 

 

 

 

ATELIER DELLA LUCE

 

METODO WALDORF di RUDOLF STEINER

Metodo Waldorf da conoscere e sperimentare nella scuola dell’infanzia “Maria Vittoria” .

La metodologia steineriana è un approccio educativo che si sviluppa nei primi anni del 900 ideato da Rudolf Steiner.

Nel mondo ci sono centinaia di scuole che adottano questa pedagogia che, copre la crescita della persona dal pre-asilo fino alla maggiore età.

Secondo i fondamenti steineriani, la pedagogia dev’essere definita in funzione delle esigenze dell’evoluzione infantile, tenendo conto dei bisogni del bambino; importante, quindi, osservare quella che Steiner chiama “tripartizione dell’uomo” :corpo, anima e spirito (volontà, sentimento e pensiero), per educare gli allievi armonicamente nei tre ambiti.

Da questa concezione nasce l’ideale di creare un’offerta formativa basata non solo sulle facoltà cognitivo-intellettuali dell’apprendimento, ma anche e, soprattutto, creativo-artistiche e pratico-artigianali: ogni lezione dovrebbe offrire sempre elementi artistici, espressivi.

Questa è la ragione per cui la pedagogia steineriana viene definita dallo stesso fondatore “ARTE DELL’EDUCAZIONE”.

Le lezioni sono scandite da ritmi sempre uguali e ben definiti che siano rispettosi del passare delle stagioni e delle mutazioni della natura e tutto questo dev’essere rapportato all’organizzazione degli ambienti di apprendimento , realizzati con elementi naturali e gradevoli, in modo da generare nell’allievo stesso il senso del salubre e della bellezza.

È ,inoltre, fondamentale la relazione sociale: rappresentazioni teatrali, concerti, feste periodiche e socializzazione dei lavori realizzati a scuola.

Nei primi otto anni scolastici è prevista la figura di un solo insegnante che funge da guida, da “modello”. La lezione dell’insegnante deve alimentare la sfera emotiva del bambino: è, importante, quindi che non sia prettamente concettuale, ma che si avvalga anche di strumenti plastici e materiali.

L’insegnante steineriano lavora secondo una teoria per cui l’obiettivo non è quello di formare un bambino perfetto, ma quello di adattarsi continuamente alla comprensione dell’individualità dell’ allievo mirando alla valorizzazione dei sentimenti, della volontà e dell’intelligenza.

Secondo Steiner, la pedagogia è un’arte alla quale il maestro giunge attraverso una propria vocazione, lavorando su di sé e sulla fondamentale relazione affettiva con i suoi allievi.

Il piano di studi è sempre attento alle tappe evolutive del bambino e, in ogni caso, si lascia ampio spazio alla libertà d’insegnamento; tutto dev’essere proposto attraverso un approccio artistico, immagini ed esperienze dirette per stimolare l’interesse e la volontà dell’allievo.

La valutazione è intesa come raggiungimento di un’educazione organica del bambino e non esiste un criterio distintivo di rendimento.

Le docenti della scuola dell’infanzia Maria Vittoria hanno risposto all’esigenza di attingere alla documentazione adeguata del metodo e delle teorie steineriane.

Dopo un approfondimento del gruppo coinvolto è stata contattata un’esperta di un’associazione steineriana presente sul territorio che ha tenuto diversi convegni di formazione, sia per i docenti che per i genitori.

Successivamente, acquistati i materiali, in parte dalla scuola e in parte dalle famiglie, sono state organizzate le sezioni per avviare le sperimentazioni previste dal metodo:

·        Gioco libero, con materiali semplici e naturali;

·        Cibo biologico;

·        Contatto e cura degli ambienti naturali;

·        Attività manuali con strumenti tradizionali;

·        Attività di pittura, con l’utilizzo di materiali naturali;

·        Narrazione di fiabe dei fratelli Grimm (ed. 1954);

·        Attività funzionale per l’approfondimento dei valori etici, in collaborazione con le famiglie;

·        Creazione di atmosfere musicali e psicomotorie per favorire atteggiamenti di calma e di relax.

 

“DIFFERENT EDUCATION METHODS AND TECHNIQUES IN EARLY SCHOOL EDUCATION”

Progetto in collaborazione delle scuole dei seguenti Stati: Italia, Francia, Polonia, Lituania, Turchia.

Durata del progetto: due anni

Le scuole partecipanti hanno attivato azioni di ricerca analizzando e comparando diversi metodi educativi in condivisione tra alunni e famiglie in contesti dinamici ed efficaci.

I metodi da sperimentare sono:

-Waldorf-“Maria Vittoria”, Lanciano -Italia;

-Montessori-“Center Pre-primary school”, Aire-sur-la-Lys -Francia;

-Reggio Emilia-“Zespol Szkolno-Przedszkolny Nr 9”, Rzeszów -Polonia;

-Integrated Tecnology “Teb Atasehir Anaokulu”, Ataşehir -Turchia; 

-Differentiated instruction Šiaulių lopšelis-darželis “Bangelė”, Šiauliai -Lituania. 

Le buone pratiche didattiche attuate sono condivise dalle scuole coinvolte, per essere trasferite in nuovi approcci metodologici di alta qualità, nei diversi curriculi.

 

 

OBIETTIVI

1- Pianificare e condurre attività di carattere socio-emotivo che siano parte integrante, nel curricolo della Scuola dell’Infanzia, per lo sviluppo del bambino.

2- Apprendere le competenze necessarie per lo sviluppo sociale nella prima infanzia.

3- Individuare una nuova condivisa azione didattica, comparando e analizzando le diverse metodologie educative (Montessori, Waldorf, Differentiaded Instruction, Reggio Emilia, Integrated Tecnology).

4- Condurre una ricerca, tra genitori ed insegnanti, volta a trovare il percorso più idoneo al bambino, per la conoscenza dei principi fondamentali dell’etica: empatia, onestà, verità, giustizia, responsabilità, pazienza, condivisione, gratitudine, solidarietà, tolleranza, resilienza…

5- Creare, dopo tutti gli studi effettuati, un “libro dei risultati” che racchiuda la Multi-pre-school-metodology.

6- Insegnare al bambino “come pensare” e non “cosa pensare”, sviluppando l’innata curiosità e l’amore per l’apprendimento.

7- Aiutare il bambino ad acquisire la propria autonomia e le competenze di leadership.

8- Permettere al bambino di imparare tutto attraverso la cooperazione e, in particolare, metterlo in condizione di risolvere problemi e conflitti.

 

Negli ultimi dieci anni l’espressione educativa ha subito una radicale trasformazione, dettata dal paradosso sociale: “evoluzione tecnologica-regressione umana”.

La scienza sociale matematicamente più avanzata è divenuta la scienza socialmente e umanamente più arretrata.

Nel ventesimo secolo la conoscenza ha assunto il principio di dissolvere la complessità: separando e isolando le diverse scienze. Alle complessità viventi e umane ha applicato la logica meccanica ed artificiale, eliminando così l’umano dall’umano, cioè le passioni, le emozioni, i dolori, le gioie.

L’intelligenza parcellare, compartimentata, meccanicista, riduzionista spezza il complesso del mondo in frammenti disgiunti, fraziona i problemi e separa ciò che è legato.

E’ un’intelligenza miope che il più delle volte finisce per essere cieca.

Siamo oggi consapevoli che ricondurre la conoscenza di un complesso a quella di uno dei suoi elementi, giudicato come il solo significativo, in etica ha conseguenze peggiori che in fisica. La coniugazione delle incomprensioni, quella intellettuale e quella umana, quella individuale e quella collettiva, costituisce l’ostacolo maggiore al miglioramento delle relazioni fra individui, fra gruppi, fra popoli, fra nazioni.

Per comprendere l’importanza vitale della comprensione occorre riformare la mentalità, cosa che richiede – in modo reciproco- una riforma dell’educazione.

Il fine ultimo della nostra collettiva esperienza sarà quello di individuare una nuova condivisa azione didattica ed educativa affinché la specie umana si sviluppi in umanità, ossia in coscienza comune e in solidarietà planetaria del genere umano.

Si promuove il superamento della razionalizzazione chiusa per sviluppare una razionalità aperta, che conosce i limiti della logica, del determinismo, del meccanicismo sviluppando il pensiero critico (problem-solving), le capacità riflessive (responsabilità sociali-globali) e una consapevole autocritica (empatia, comunicazione, collaborazione).

Questo rappresenterà il vero successo degli alunni, futuri cittadini del mondo.